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Un pò di emozioni'  di Fernanda Pivano è stato presentato alla Feltrinelli di Milano. L'emozione di visitare le tombe di Hemingway e di Kerouac.  “Sono tornata sulle tombe e nei luoghi di quelle persone care. Grandi scrittori che hanno inventato l’idea stessa del liberare: liberare il sesso, le donne, la religione, i popoli oppressi, l’amazzonia e tante altre cose.
        Fernanda Pivano
E le emozioni,tornano a Fernanda Pivano nel corso della affollata presentazione del suo libro.
 
Commossa, commenta :  “Sono tornata sulle tombe e nei luoghi di quelle persone care. Grandi scrittori che hanno inventato l’idea stessa del liberare: liberare il sesso, le donne, la religione, i popoli oppressi, l’amazzonia e tante altre cose. E’ stato molto doloroso visitare la tomba di Kerouac, un uomo che si fece consumare dall’alcol perché nessun editore comprese la grandezza di un libro come On the road, che ha cambiato la consapevolezza di tutti noi. Un libro che contiene parole come “Dio, mostrami il tuo volto” non ha neanche bisogno di essere commentato”. 

In merito alla crisi irakena la scrittrice commenta: “Non c’è problema che non si possa risolvere con la discussione.  Solo l’ignoranza porta alla violenza, di qualsiasi tipo essa sia. Pavese m’insegnò a metter fuori dalla finestra gli insetti invece che ucciderli.”

 “Pavese fu il mio professore di letteratura al liceo fino a che quei maledetti non lo portarono via in manette. Quando gli dissi che avevo chiesto la tesi in letteratura inglese mi rimproverò chiedendomi perché non avessi scelto quella americana. chiesi imbarazzata. E lui mi fece trovare in portineria i libri di Hemingway, Whitman e l'Antologia di Spoon River il libro con cui iniziai il mio viaggio nella letteratura americana.”

Alla presentazione sono presenti Luciano Ligabue e il produttore cinematografico Domenico Procacci, ma nell'occasione nella veste di editore dell'opera. Oltre ad avere editato il libro, Procacci ha anche prodotto il documentario 'Farewell to beat' di Luca Facchini, ispirato al libro della Pivano e che ha documentato il viaggio della scrittrice negli Stati Uniti per ricordare e rivedere i suoi amici che le hanno cambiato la vita, da Hemingway a Kerouac, da Jay McInerney a Breat Easton Ellis. A queste emozioni se ne  aggiungono altre,come i ricordi  dell’adolescenza a Genova e degli studi a Torino.

Luciano Ligabue:

 “Fernanda  manifesta una curiosità incredibile. Attitudine che l’ha portata a fare quegli incontri che lei con modestia definisce fortunati.  Ha ancora quell’occhio innocente che si lascia sorprendere dalle cose belle della vita nonostante abbia visto anche tante cose brutte. Al di là della bellezza delle pagine e degli anedotti raccontati, c’è nel libro un’esplorazione della vita pagata anche con grande disperazione, ma è un libro che fa stare bene e ve lo consiglio di cuore”.

“Fernanda è stata per molto tempo la traghettatrice della cultura della beat generation, ma ha contribuito a far conoscere tante altre opere eccellenti. Io iniziai a leggere Chuck Palahniuk, che non conoscevo e adesso amo moltissimo, perché avevo visto la firma di Nanda nella prefazione dei suoi libri. E lei non si sbaglia mai, è come un marchio di garanzia”.

Domenico Procacci  (tra l'altro produttore del film di Ligabue):

 “Il primo a raccontarmi di questa idea del viaggio fu proprio Luciano Ligabue   che ne sembrò entusiasta. Ed è stato un viaggio così ricco di emozioni che abbiamo deciso di tradurlo in un libro. Leggendolo si ha la sensazione di entrare in quel mondo di Fernanda che va da Pavese a Breat Easton Ellis”.