FONDAZIONE ITALIA®
 
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Edmondo Berselli è il nuovo direttore della rivista Il Mulino, che ha sempre inciso in profondità nella cultura politica del nostro Paese e che lo scorso anno ha celebrato cinquant'anni dalla sua fondazione.

La destra è un mistero e la sinistra è mal organizzata. Edmondo Berselli  anticipa i "temi caldi".

 

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La situazione politica e istituzionale italiana e la sua riformabilità, il processo di unificazione europea, ecco le tre tematiche da sempre motivo di riflessione del Il Mulino,che nel  corso della sua storia è stato diretto da intellettuali di alto livello, quali Pier Luigi Contessi, Nicola Matteucci, Luigi Pedrazzi, Giorgio Galli, Pietro Scoppola, Arturo Parisi, Gianfranco Pasquino, Giovanni Evangelisti e Alessandro Cavalli.
Sin dalla sua apparizione, dal 25 aprile 1951 essa s'è imposta  come un laboratorio privilegiato del dibattito teorico e politico. E con la casa editrice omonima e l'Istituto di studi e ricerche Carlo Cattaneo,nasce una articolazione di iniziative di indiscutibile importanza nella vita culturale del nostro Paese.

Berselli  è  intellettualmente nato e cresciuto all'interno della casa editrice bolognese, sino a raggiungerne i vertici della direzione editoriale, e anche del bimestrale, del quale è stato il vicedirettore sino al duemila, quando è diventato editorialista de "L'Espresso".

Edmondo Berselli,  eclettico e versatile politologo, attento alle evoluzioni della nostra società ,  ha pubblicato "Il più mancino dei tiri", un volume sull'eccentricità e un libro sulle canzoni "Canzoni,Storie dell'Italia leggera", che, dagli anni Cinquanta, sono state la  colonna sonora degli amori, ma anche delle passioni civili e politiche, degli italiani . Berselli ha raccolto in un volume "L'Italia che non muore"e i saggi pubblicati su Il Mulino negli anni  tra il 1992 e il 1994, quelli tra  Tangentopoli e le ambiguità del bipolarismo.

 In merito alla direzione, il nuovo direttore chiarisce che "Non ci saranno cambiamenti straordinari nella linea di politica editoriale de Il Mulino.Ritengo che sia necessario assicurare alla rivista una visibilità che negli ultimi anni si è un po' affievolita, non per la qualità degli interventi, ma perché era più orientata verso il mondo accademico. La rivista dovrebbe aprirsi anche al contesto mediatico e ritornare nel vivo del dibattito politico e culturale, come avveniva un tempo, quando visse dei momenti di particolare presenza nella vita culturale del Paese, sempre e comunque a livello pre-politico, offrendo materiali e proponendo elementi analitici e strumenti interpretativi alla classe politica e alla classe dirigente".