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Tony Renis e il Festival di San Remo: «Sono tentato di accettare l’incarico»
In una intervista a Mario Luzzatto Fegiz sul Corriere della sera,  in merito alla polemica di fine estate, San Remo si- San Remo no, Tony Renis ha dichiarato di essere tentato di accettare l'incarico. «Anch'io, come tutti, sono figlio di Sanremo dove debuttai nel ’61 grazie alle pressioni di Mina e Mogol sul patron Ezio Radaelli con il brano "Pozzanghere" (eliminato la prima sera) e trionfai l'anno successivo con "Quando quando quando". Sanremo, nonostante gli scandali e la crisi discografica, resta una manifestazione unica e importantissima. E sono tentato di accettare. Perché non è solo gara, è anche memoria storica. Dobbiamo potenziare i premi alla carriera, come fanno gli americani, sottolineare con enfasi quel che hanno fatto i nostri grandi talenti che vanno onorati e celebrati quando sono ancora vivi e in forma, non vecchi o... scomparsi. Se accettassi la direzione artistica di Sanremo punterei sui giovani che sono i divi del domani e inviterei i discografici e gli artisti a fare le formichine, mettendo da parte per il Festival le loro cose migliori».

Tony Renis che ha intanto rinunciato alla nomina di direttore dell'Istituto di cultura italiano di Los Angeles, per i molteplici impegni: « il concerto di Bocelli in Egitto voglio che trasmetta i sapori del deserto, delle dune, voglio montarlo come una operazione gigante e planetaria illuminata da tutti i cavalli di battaglia del tenore, da Lucean le stelle alle grandi romanze napoletane. Poi c'è la serata Putin-Berlusconi in Sardegna.. e ancora, la versione cinematografica di Cavalleria Rusticana da girare in Sicilia a primavera, anche per rilanciare l'immagine dell'isola. Ho impegni diversi: sto pure organizzando per l’Unicef una partita della nazionale cantanti al Giant Stadium, con i nostri impegnati contro lo star system anglosassone capitanato da Rod Stewart». ».