Marco Follini nel suo discorso alla prima giornata
del Congresso nazionale dell'Ud ha iniziato il suo discorso con
l'esaminare i problemi che affliggono il centrodestra, auspicando
"una nuova leadership e una casa comune democratica, pluralista,
non leaderista" Ha ricordato che"abbiamo tutti politicamente
un debito verso il presidente del Consiglio", poi la richiesta
a sorpresa: «Scegliamo un candidato, scelto da tutti, democraticamente,
magari facendo anche noi le primarie, come ha suggerito Formigoni,
può essere parte di un copione che cambia». Follini
ha quindi invocato le primarie per il 2006. Marco Follini, che si
avvia alla riconferma di segretario del partito, ha precisato :
«Questo è il secondo congresso dell'Udc.
Non sarà l'ultimo».ha detto, chiarendo che non si sarà
alcun partito unico. Berlusconi, seduto in platea
e non appena il discorso di Follini è finito lascia il palazzetto
senza rilasciare alcun commento
Passato
a esaminare i problemi dell'economia, Follini ha
fatto autocritica sul bilancio del governo, "Il nostro bilancio,
diciamolo, è troppo magro. Tiene l'occupazione, grazie alla
legge Biagi ma tutti gli altri indicatori, compreso quello della
spesa pubblica, segnalano una difficoltà". «Le
cose vanno male - ha detto Follini - ma restiamo un grande Paese».
Follini cita Ciampi: «dare una scossa» all'economia
del paese per uscire dalla crisi, «come giustamente incita
il presidente Ciampi»- «determinare
un grandioso spostamento di risorse» verso l'economia che
«contiene più futuro: ricerca, innovazione, formazione».
Una scossa, ma illudere gli italiani : «Non possiamo illudere
il paese - dice Follini - che se ne verrà fuori a breve,
né con una esortazione né con un anatema né
con una pozione magica». «Non si cura l'economia con
l'ideologia o con la comunicazione. Non serve cercare un capro espiatorio,
sia esso Berlusconi oppure i comunisti. E non serve neppure un ottimismo
volitivo che la realtà si incarica purtroppo di smentire
quotidianamente». Poi ancora critiche a Berlusconi:
bisogna riconoscere che le due aliquote fiscali non sono più
all'ordine del giorno, «è cambiato il mondo».
Parlando
dell'opposizione, Follini definisce Prodi «un
re senza corona», l'Ulivo «un remake di un film già
visto» mentre,ha parole di apprezzamento per Rutelli, che
«ha pensieri più simili ai nostri e su molti argomenti
la pensa bene». Però «continua a pensarla male
sulla questione fondamentale di cosa è e dove sta il centro».
«Ovunque, in Europa, in Italia, il centro è il cuore
dell'alternativa alla sinistra». Invece Rutelli vuole
essere «una scomoda costola del centrosinistra» e si
appresta a sostenere Prodi nelle primarie mentre i prodiani paventano
la scissione della Margherita. «È questa, in verità,
la cicoria che gli tocca mangiare».
Ad ascoltare le parole di Follini oltre duemila
delegati,e molti ospiti di prestigio come il presidente del Consiglio
Berlusconi , il presidente del Senato, Marcello
Pera, il presidente di An, Gianfranco Fini. La
delegazione dell'Unione era formata , tra gli altri,da Piero
Fassino, Francesco Rutelli, Clemente Mastella e Alfonso Pecoraro
Scanio. Non c'è Prodi che ha però
fatto giungere un messaggio di auguri e di buon lavoro.
1
luglio 2005
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