Debutta
«Rockpolitik»,con le tre sedie vuote di Biagi, Luttazzi
e Grillo. Poi su immagini di Silvio Berlusconi
in Bulgaria, che
parla di "uso criminoso"
della tv, Celentano
ricorda: "Tutto è cominciato il 18 aprile del 2002".
Ed ecco i volti di Biagi, Grillo e Luttazzi,e le ragioni per cui
hanno rinunciato a partecipare al programma, poi parole di Fabrizio
Del Noce e la sua intenzione di sospendersi per non aver
potuto verificare i contenuti dello show. Celentano mostra quindi
la classifica della "Freedom of the Press 2005", la libertà
di stampa,ove l'Italia appare al 77esimo posto, "fra Bulgaria
e Mongolia". E su una foto di Del Noce, Celentano, che ha diviso
il mondo in chi è "lento" e chi è "rock",
commenta: "Chi si sospende, è lento. Ma se è
una finta, è rock". Nel mondo dei lenti Adriano elenca:
lotto, Moggi, la minestrina, Topolino, la formica; mentre nel mondo
del Rock elenca: i jeans, Cassano, la cicala e Valentino Rossi,
il sesso e le polpette. Tra gli ospiti, Gerard Depardieu che recita
Aspettando i barbari di Kavafis. Quindi una "visita guidata"
attraverso i vizi della libertà d'espressione (alla quale
è dedicata la puntata.
L'ingresso
di Santoro è salutato da urla e un grande
applauso. L'ex parlamentare europeo esordisce «Io voglio il
mio microfono, quello che hai tu, voglio decidere che cosa sono
le cose da raccontare, le luci». Poi grida: «viva la
fratellanza, viva l'eguaglianza, viva la cultura e viva la libertá».
"Hanno
tutti paura delle parole - dice Celentano - oggi si possono dire
solo cose che non danno fastidio a nessuno". "La destra
- dice Celentano - ti accusa di aver fatto un uso criminoso della
tv, la sinistra dice che le hai fatto perdere le elezioni".
Michele
Santoro nel salutare ribadisce che tornerà a un
programma tutto suo:"questo non è il mio microfono...
Io voglio quello che hai tu - dice a Celentano - entrare in uno
studio e decidere cosa raccontare, quello è il mio microfono,
fino a quando non lo avrò, non mi sentirò la persona
che penso di essere". e rivolgendosi ai suoi collaboratori,
li rassicura:"a causa mia avete passato un sacco di guai, ma
adesso torno, e vado fino in fondo, preparatevi a lavorare".
La
maggioranza si mostra profondamente irritata al programma di
Celentano e Bonatesta chiede perentorio:
«Chiediamo a Celentano di ripristinare la par condicio e il
pluralismo nella prossima puntata di Rockpolitik, che deve essere
riparatoria»-«Il direttore generale della Rai Meocci
farebbe bene ad andarsene a casa. Della vergognosa santoreide celentanesca
si deve occupare la commissione di vigilanza, anche prendendo visione
del contratto che dà carta bianca all'imbonitore a nove zeri
di lire appaltandogli gli schermi dell'ammiraglia del servizio pubblico
radiotelevisivo pagato dagli italiani».
Paolo
Gentiloni, presidente della commissione di Vigilanza Rai,
ha così commentato il ritorno di Santoro in Rai: «Mi
ha fatto piacere rivedere Santoro in televisione», ha invece
detto «Forse era anche un po' emozionato. La sua presenza
per lui è stata una vittoria. Celentano sta facendo vedere
un programma di qualità e la partecipazione di Santoro si
è inserita bene. Non mi pare che questo provochi crolli o
disastri come qualcuno pensava. È semplicemente un discorso
sulla libertà d'informazione, uno dei valori della nostra
Costituzione». |