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     La voce 
    
     Ero sul punto in cui son chiusi ancora 
    
    gli occhi, ma la memoria a noi ritorna, 
    
    quando una voce mi chiamò nel sonno. 
    
    Voce di spazio; e pur parea venire 
    
    da una bocca vicina alla mia bocca 
    
    e mover l’aria presso il mio respiro. 
    
    Diceva: -Ada Ada-, soltanto, in due 
    
    note d’irresistibile dolcezza. 
    
    Oh, non del mondo. Oh, non v’è più nessuno 
    
    che mi chiami, nel mondo. Una celeste 
    
    serenità rideva in quella voce 
    
    così mutata di quand’era in terra 
    
    a parlarmi d’amore. E nel mio sonno 
    
    io non la riconobbi; e non risposi. 
    
      
    
    Ma tornerà. Venuta era per dirmi 
    
    (più vi ripenso e più io credo, in cuore) 
    
    che l’ora viene: ch’io sia pronta; e nulla 
    
    porti con me, fuor che l’ardore antico. 
    
    Io sono pronta. E sol per la certezza 
    
    di risentir da quella voce il mio 
    
    nome, or vivo; e seguirla. E il corpo resti, 
    
    che tanto pianse; e lo raccolga l’alba. 
     Ada Negri  
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