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Cantando dietro i paraventi di Ermanno Olmi

con Jun Ichikawa, Carlo Pedersoli, Sally Ming Zeo Ni


 

 "... i quattro mari furono sicuri e le voci delle donne rallegravano il giorno cantando dietro i paraventi" così si conclude una poesia cinese del 1810 dedicata a questa vicenda, e da cui proviene il  titolo del film. Il film è stato girato in esterni in Montenegro, sul lago di Scutari, con varie difficoltà dovute alle pessime condizioni climatiche,"Cantando dietro i paraventi" racconta una storia vera ambientata nell'epoca imperiale cinese, alla fine dell'800, che narra della vedova Ching, moglie di un ammiraglio rimasto ucciso da un complotto dell'Imperatore, che sceglie di rifiutare le offerte di pace di quest'ultimo e di dedicare la propria vita alla pirateria.
Tra gli interpreti anche Carlo Pedersoli (Bud Spencer) nel ruolo del narratore e di un vecchio capitano portoghese fedele alla vedova Ching e, la protagonista interpretata da Jun Ichikawa, una giovane cinese studentessa  di architettura a Roma. il film ha inizio con una suggestiva rappresentazione teatrale in un teatro-bordello, a cui assiste per un equivoco  un giovane studente occidentale, ma  dopo lo sconcerto iniziale, a poco a poco il giovane è magicamente rapito dall'incantamento della storia della vedova-pirata.
 

Ermanno Olmi commenta: "Se si sente una voce di donna cantare vuol dire che là ci sono la vita, i sentimenti e l'amore".

Con questo film Olmi ritorna  sulle tematiche della guerra dopo il recente "Il mestiere delle armi". Olmi così commenta le sue tematiche:"La guerra è un tema sempre attuale che deve essere dibattuto oggi più che mai, ma se avessi ambientato un film al presente avrei corso il rischio di restare ingabbiato tra destra e sinistra, capitalisti o anticapitalisti, mentre così siamo osservatori liberi e disponibili alla ragione e non alla fazione" spiega Olmi.
 

"Perché combattere se finita la guerra ognuno torna a casa sua? Si può e si deve sempre evitare la guerra puntando sul dialogo e combattendo l'ignoranza", ha proseguito, facendo notare che "non è vero che se non ci sono spazi per il dialogo si debba necessariamente fare una guerra".
Non ho mai avuto nessuna intenzione di mostrare spettacolari battaglie navali, non credo alle scene cruente così come ho sempre evitato gli amplessi d'autore o i dettagli "artistici" nelle scene d'amore, li considero qualcosa di sleale nei confronti dello spettatore", precisa ancora Olmi "credo sia vergognoso spettacolarizzare la guerra come quando vediamo in tv i dettagli filmati di uomini che cadono feriti a morte. Non voglio mostrare la guerra, insomma, ma arrivare alla soglia di quel momento scellerato e chiedermi se ci si può fermare: se non ci si ferma non mi interessa più… "