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Alla Camera via libera al rifinanziamento delle missioni italiane all'estero. Solo 4 no. Bocciato il testo della Casa delle Libertà. In aula duro battibecco tra il ministro D'Alema e Sandro Bondi

   

L'Unione ha superato la prima prova sull'Afghanistan, e sul rifinanziamento delle missioni all'estero, che ha provocato comunque le dimissioni da deputato da parte di uno dei dissidenti, Paolo Cacciari (Prc) che non ha partecipato al voto. La Camera ha approvato all'unanimità il Ddl di rifinanziamento delle missione italiane all'estero, ivi compresa quella in Afghanistan. 549 i voti a favore e 4 i voti contrari. Montecitorio ha approvata anche la mozione della maggioranza sulla missione militare in Afghanistan con 298 i voti a favore e 249 contrari. Mentre l'assemblea di Montecitorio ha bocciato la mozione dell'opposizione co 248 i si e 291 i no.

Il risultato della votazione in Aula è stato salutato un applauso. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato lunedì 24 luglio.

Il premier Romano Prodi soddisfatto per l'esito del voto, ha detto che non prevede problemi per il voto in Senato.

Nel corso del dibattito c'è stato un duro botta e risposta tra il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi e il ministro degli Esteri Massimo D'Alema.

Bondi nel suo intervento ha detto: "Il problema è la credibilità del governo e quella personale del ministro D'Alema. Il problema è politico: la maggioranza di governo vota a favore del decreto sul rifinanziamento delle missioni all'estero compresa quella in Afghanistan, offrendo una formale unità politica, mentre in realtà è una maggioranza divisa".

Pronta la replica del ministro degli Esteri che ha sottolineato: "Bondi ha chiamato per sette volte in ballo la mia dignità. E' un pulpito tanto autorevole che merita un chiarimento". Al'intervento del ministro degli esteri, dai banchi della Cdl si è alzato un boato di disapprovazione, ma D'Alema è andato avanti:"Sono stato insultato - ha sottolineato - e non chiedo a nessuno di chiedere scusa. Non vedo di cosa dovrei scusarmi, non ho detto nulla di offensivo contro il Parlamento".

19 luglio 2006