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La mamma

di Marina D'Amelia

Edizione Il Mulino Collana "L'identità italiana"

Pagine  336

Prezzo Euro  14,50

 
Negli anni Cinquanta, sancito dall'ingresso nel linguaggio corrente del termine "mammismo", nasce lo stereotipo della madre italiana, fanatica sostenitrice del figlio maschio che protegge e alleva con dedizione esclusiva. Tale stereotipo - in parte riconducibile alla riflessione sulla Grande Madre Mediterranea di Ernst Bernhard - è in realtà il frutto del particolare clima maturato nel nostro paese all'indomani della seconda guerra mondiale. Un fantasma potente e pericoloso che viene alimentato, nel corso della storia unitaria, da rappresentazioni ideali, anche a carattere propagandistico-politico, che finiranno per permeare intere generazioni. Si forma qui l'idea che il "mammismo" rappresenti l'essenza della mentalità familiare italiana. Il libro ripercorre alcuni momenti fondamentali per il definirsi delle immagini materne della nuova nazione, rintracciando i temi e le rappresentazioni più frequenti nella letteratura e nella diaristica. Si delineano così alcuni spartiacque decisivi: le battaglie risorgimentali (Maria Drago e Giuseppe Mazzini), le guerre d'indipendenza e l'unificazione (Adelaide Cairoli); la definizione del nuovo codice dell'amore materno nell'età liberale (Mantegazza e De Amicis); la Grande guerra (Margherita Sarfatti, Amelia Rosselli); il fascismo (la mamma del Duce), la seconda guerra mondiale e la Resistenza (Ada Gobetti).

 
Marina d'Amelia insegna Storia moderna nell'Università "La Sapienza" di Roma. Fa parte della Società Italiana delle Storiche. Ha pubblicato "Orgoglio baronale e giustizia: Castel Viscardo alla fine del Cinquecento" (Gangemi, 1996) e curato "Storia della maternità" (Laterza, 1997).